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Al CLAP di Pescara - il museo del fumetto - la mostra di Andrea Pazienza e Tanino Liberatore

CLAP, IL MUSEO DEL FUMETTO, DI CORPI E FRAMMENTI A PESCARA

Dall’8 dicembre al 26 marzo 2023 a Pescara presso il museo CLAP | Comics Lab Art Pescara saranno presenti due mostre d’arte contemporanea di Tanino Liberato – definito il Michelangelo del Fumetto da Frank Zappa – e di Andrea Pazienza e la sua collezione di disegni alternativi.

Il museo del fumetto, grande spazio espositivo dall’architettura moderna, è stato recentemente inaugurato dalla Fondazione Pescarabruzzo e si pone in questo periodo come polo espositivo e laboratoriale per il fumetto rivelatasi ora più che mai parte integrante della cultura popolare, soprattutto giovanile, ed apprezzata anche a livello internazionale. Lo spazio espositivo è valorizzato da due mostre, una permanente dedicata al più eclettico e virtuoso fumettista italiano Andrea Pazienza, ed una temporanea del disegnatore Tanino Liberatore, su quattro livelli.

La giornata di inaugurazione – 8 dicembre 2022 – ha visto protagonista il Sottosegretario di Stato per la Cultura Vittorio Sgarbi insieme al presidente della Fondazione il professor Nicola Mattoscio. Insieme hanno esaltato lo spazio museale come luogo in cui si fondano le tendenze artistiche dei due giovani pescaresi.

Andrea e Tanino ebbero modo di conoscersi in gioventù durante gli anni di studi al liceo artistico di Pescara “Misticoni”, distinguendosi fin da subito dalla massa per il loro comune spirito creativo e per la loro vivacità nel comunicare con l’arte. Liberato, infatti, ricorda il suo collega defunto così: «Io e Andrea ci siamo conosciuti a Pescara perché frequentavamo la stessa scuola, il liceo artistico, e dormivamo nello stesso convitto religioso. Aveva non più di tredici anni ed era una peste terribile».

Nell’esposizione permanente la Fondazione ha raccolto una nutrita nonché vivace raccolta di oltre 200 opere – tra fumetti e dipinti – di Andrea, nato a San Benedetto del Tronto nel 1956 e scomparso a soli 32 anni nel 1988. Tra queste innumerevoli opere si aggiungono alcune donate da un suo professore Sandro Visca, nonché protagonista preferito delle varie caricature corrosive di Andrea, come “Viscotto il poliziotto” e il “Don Viscotte”. A lui sono state dedicate le due sezioni dei piani superiori del museo: una dedicata al periodo pescarese e l’altro al periodo in cui si divideva tra Bologna, Dams e Montepulciano. In queste sezioni sono presenti opere inimitabili, di quando lui era più pittore che fumettista, passando anche per una minima carriera cinematografica, ritrattistica, satirica fino a raggiungere il mito dell’eros. Si tratta di opere originali che manifestano uno sguardo a quei tempi forse un po’ troppo moderno e attento al mondo che stava cambiando, una condizione a cui gli uomini di allora non erano ancora abituati. Potremmo dire, addirittura, che i destini di entrambi sono stati fortunati ad incontrarsi così da riuscire ad esprimere la vera essenza creativa della città di Pescara liberandosi dalle rughe della sua storia. Andrea ha saputo, così, liberare in quegli anni la visione di una città fresca e aperta alle novità a volte considerate dei clichè, trovando il suo modo di formarsi e di esprimersi.

 

Protagonista, invece, della prima mostra temporanea curata da Paola Damiano è Tanino Liberatore, a cui sono stati dedicati i restanti piani del museo. Classe 1953 è uno dei protagonisti della scena visiva underground degli anni ’70 e ’80. Il suo percorso include oltre 100 opere, di cui 70 inedite e mai esposte in Italia, con una certa attenzione all’eros e al leggendario personaggio Ranxerox, di cui è esposta una statua in 3D donata gentilmente dallo stesso Liberatore al CLAP Museum diventando così parte della collezione permanente della Fondazione Pescarabruzzo.

Dopo il liceo artistico di Pescara decide di trasferirsi a Roma iscrivendosi alla facoltà di architettura. Qui collabora con alcune agenzie di pubblicità e inizia il suo percorso realizzando le copertine di dischi per la RCA. Il motivo per cui è tanto legato ad Andrea, oltre che alla sua carriera scolastica, è il coinvolgimento nel progetto della rivista “Cannibale” sul quale esordisce nel mondo del fumetto con Ranxerox ideato insieme a Stefano Tamburini. Dal 1980 l’esperienza si prolungherà con un’altra iconica pubblicazione “Frigidaire”, in cui dà la sua caratteristica definitiva al personaggio: da asciutto teppista con tratti asiatici delle prime storie a ipertrofico gorilla. Se solo sapessimo che è stato creato coi pezzi di una fotocopiatrice rubata all’università durante l’occupazione da un dissidente politico capellone che, un po’ Dottor Frankenstein e un po’ Geppetto, usa Ranxerox perché viva la vita al suo posto!

Dal titolo “Liberatore. Di corpi e frammenti”, l’allestimento prevede – oltre i fumetti – illustrazioni e disegni di figure sensuali, anatomicamente ineccepibili, soprattutto di genere femminile. Un tripudio di sensualità, la mostra risulta essere un gioco di specchi e passato, tra un Io del presente illustratore che si offre allo sguardo del pubblico (giudicante?) in compagnia di donne sfatte ma allo stesso tempo bellissime, erotiche e sfacciate, potenti e dannate, e l’Io del passato che esordiva nella nona arte con tono provocatorio, sognatore, sperimentatore.

Le donne sono sicuramente le protagoniste indiscusse della sua arte, raffigurate così come le immagina senza prendere ispirazione da una modella a colpi di carboncino e gessetti colorati – a volte pastelli e olio – in maniera decisamente proporzionata e rifinite fino all’ultimo dettaglio del loro corpo sinuoso e dalle linee morbide. Nessuna donna somiglia all’altra, sono tutte rappresentate nella loro purezza, nella loro quotidianità indaffarata e nevrotica, vogliose ma riservate al tempo stesso. Al loro fianco, ci sono figure maschili molto ben delineati con tratti supereroistici e sportivi, con le venature, muscoli e ferite in primo piano.

Disegnare corpi maschili e femminili è ugualmente interessante. Ma con i corpi femminili c’è un rapporto di desiderio. Le donne che disegno sono quasi sempre quelle che vorrei. E che però non immagino prima. Nascono attraverso il disegno stesso […] Non uso modelli e modelle. Sfogo la mia fantasia lasciandola andare liberamente.

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